09-09

Ligabue era all'Olimpico di Torino. Non sono una fangirl, non parlerò di come, quando e perché stimo Ligabue; volevo solo dire che mi è parso di assistere a qualcosa di bello, che per due ore e mezza l'umanità mi è sembrata meno schifosa. C'era poesia in quella pioggia battente.
Non esprimerò un giudizio qualitativo sullo spettacolo, non capisco nulla di musica e ancor meno ho esperienza di concerti, ma penso che dare a quarantamila persone un messaggio positivo, parlare di accettazione di sé, incoraggiare a continuare le lotte che ognuno vive non sia da poco.
Saranno messaggi banali: non è un poeta e non è un filosofo, non ha la pretesa di esserlo, ma ogni tanto sentirsi dire certe cose serve. Mi è piaciuto essere lì, nonostante le ore di attesa, le tre famiglie più cafone di sempre sedute dietro di noi, tutto il fumo passivo  che nemmeno in un coffeeshop di Amsterdam, e la gente che continuava selvaggiamente a farsi selfie invece che pensare a godersi il momento. Eravamo tutti dove dovevamo essere, con la scusa del rock'n'rock.