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Non ho più nulla a che fare con le derive che ha preso questa famiglia


Come Cassandra non ho mai lesinato i miei ammonimenti all'interno di questa famiglia magari sono stata saccente, sgradevole e priva di tatto, ma tanto, come Cassandra, sono sempre rimasta inascoltata. Non ho mai parlato per compiacere il mio ego ma sempre perché desideravo il bene delle persone, quelle stesse persone che vedevo compiere scelte che sapevo sbagliate, non perché fossi particolarmente sveglia, sono sempre stati loro a non essere troppo furbi. Le conseguenze erano prevedibili. A un certo punto della mia vita, credo intorno ai quindici anni, ho dovuto distaccarmi perché continuavano a succedere cose che mi ferivano e che non potevo cambiare, mi sono accorta che l'errore più comune dei genitori è trattare i figli allo stesso modo come se questo significasse equità e giustizia, vedevo riconosciuti a mio fratello gli stessi diritti che avevo io sebbene non rispettasse i suoi doveri. Alla rabbia iniziale presto si sostituì la coscienza del danno che ne sarebbe derivato accompagnata da una gran pena: mio fratello non avrebbe mai imparato che a ogni azione corrisponde una conseguenza.
Invece alla fine qualcuno gliel'ha insegnato lo stesso, nel modo peggiore: ha perso due anni di liceo, migliaia di euro e ora anche la serenità. Quando mi ha chiamata ho pensato solo che lo sapevo che prima o poi sarebbe successo, l'ho accompagnato a casa e ho asciugato le sue lacrime. Continuo a provare una gran pena.


A proposito di drammi, sabato sera sono andata a vedere Mockingjay parte uno non ho pianto nemmeno un po' e ho dormito tutta l'ultima mezz'ora non so se per la scarsa qualità del film o se perché non ho più l'età per andare allo spettacolo delle 22:30.

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