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No, questo non è l'ennesimo post che parla di 50 sfumature di grigio, non ho letto nemmeno i libri. Bensì questo è l'ennesimo post che parla dei miei drammi.
La sessione invernale è finita, avevo due appelli e ho dato due esami. Non sono fiera di me,  mi mancano ancora sette esami. Sette. Il ritardo l'ho accumulato in sei mesi in cui vicende personali mi hanno emotivamente indisposta, non ho mai capito se l'ho usata come scusa. Mi sono rimessa in carreggiata con l'idea di non farmi fermare dalla paura di fallire, di provarci almeno. Non volevo avere nulla da rimproverarmi. Sono andata bene per un anno, poi, a novembre, non ho passato un esame.
Ho provato a ridarlo come terzo esame in questa sessione da due appelli e ho fallito, se mi avessero bocciata non mi sarebbe importato, ma mi sono ritirata. Non ci ho nemmeno provato. Non riesco a perdonarmelo. Ho perso un'occasione perché non mi sentivo pronta, come se ci fosse mai stato un momento nella vita in cui mi sono sentita pronta, in cui ho avuto la certezza di non fallire.
Da dice che è orgoglioso di me, i miei non si lamentano e questo mi fa sentire ancora peggio. Ho bisogno di espiare in qualche modo, con qualcosa di eclatante tipo Ibrahimović, perché sento di avere esaurito le scuse per la mia inconcludenza.
In compenso ho cambiato piattaforma per commentare, chissà che la situazione commenti cambi un po'.

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