Powered by Blogger.

A caval donato non si guarda in bocca



Sono una persona piena di difetti: caratteriali, fisici e comportamentali; ma ce n'è uno che è il peggiore di tutti: non so nascondere quando un regalo mi fa schifo. Il mio gradimento non è minimamente legato al valore monetario dell'oggetto in questione, ho tre grandi criteri per valutare se un regalo è degno del mio entusiasmo. Al primo posto abbiamo l'utilità, i regali mi piacciono quando sono utili, un pacco di assorbenti è più utile di un peluche per dire e pertanto sarebbe più apprezzato. Il secondo criterio è l'intensità con cui desidero una cosa, bombardo così tanto tutti con milioni di messaggi subliminali quotidiani che per sbagliare un regalo con me bisogna davvero essere tonti, tipo io desidero molto di più un completino intimo che un peluche. Nel caso in cui qualcuno che non mi conosca approfonditamente, e quindi non sia stato tartassato, debba farmi un regalo si attenga al primo punto. Il terzo posto è occupato dalla valenza estetica, una cosa può permettersi di essere inutile e non desiderata solo se è innegabilmente bella, per esempio io non desidero e non mi serve particolarmente una dozzina di rose però l'accetterei molto più volentieri di, chessò, un peluche.
Una categoria a parte e invalutabile è ricoperta dal cosidétto valore affettivo, io non ne sono molto colpita, so apprezzarlo ma preferisco di gran lunga che l'oggetto, privo di un qualunque valore che non sia affettivo, venga accompagnato da qualcosa che si conformi ad uno dei tre suddetti criteri.
Tutto questo per dire che ho scoperto quale sarà il mio regalo di San Valentino ed è un peluche. Di nuovo.

Nessun commento:

Posta un commento