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We don't know what to do with our lives


Ceci non gli ha detto che mi avrebbe portata, lui appena mi ha visto ha sorriso, non se l'aspettava. Forse era più di un anno che non ci vedevamo, io ho i capelli più lunghi e lui non ha più la barba. Ci siamo abbracciati. Ora studia e lavora, si è calmato ma non ha perso l'abitudine di muovere nervosamente la gamba, non c'è stato imbarazzo, abbiamo parlato di tante cose: delle nostre vite, delle nostre fatiche, di TAV, di film, di politiche sull'immigrazione e siamo ancora quasi sempre d'accordo. Non possiamo vederci spesso per questo quel poco tempo che abbiamo è oro, non abbiamo sempre tempo di fare cose fighe assieme ma abbiamo ancora la volontà di rinunciare a qualcos'altro per vederci, e la consapevolezza che sì potrei anche essere a fare cose molto più produttive o divertenti ma no, preferisco stare con te, con voi. Eravamo in tre intorno a quel tavolo mangiando una sacher con la forchetta, senza piatti, senza fette a dirci che ce l'avremmo fatta, qualunque viaggio avremmo intrapreso ce l'avremmo fatta. E forse ci saremmo anche rivisti.

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