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I ripostigli delle mie malinconie


Il natale ha questo potere e insieme agli scatoloni con addobbi e decorazioni ogni anno si apre anche una voragine di malinconia. Vorrei avere più tempo per scrivere, guardo tra le bozze e trovo quel post di un mese fa in cui raccontavo quanto fossi contenta della mia nuova vita, di aver avuto tempo per ricominciare a correre, di aver comprato quel biglietto per Londra. Non sono ingrata, so che essere riuscita a entrare in quella scuola è una grande fortuna, così come lo è andare a Londra e che non riesca più a correre poco male perché leggo molto e studio per gli esami. Però è subentrato un certo sapore agrodolce, come uno spiffero dalla finestra, guardo la mia vita e mi dico che sì, ok, brava, ma no.
Con mio padre diventa sempre più difficile, mi sembra impossibile che continui così e guardandolo riesco solo a pensare "Dio, fai che non diventi così infelice", mi sento senza appartenenza come fossi stata cresciuta dai lupi, a volte a scuola vado e mi chiudo in bagno solo per stare da sola, non sono capace di passare tante ore in mezzo alle persone. Mi sembra di non avere amici o che comunque quegli che ho non mi vedano per quella che sono, mi sento umiliata e non so nemmeno bene perché. Questo dicembre è di nuovo troppo caldo e io vorrei solo avere la certezza di essere adulta, di non reagire come una bambina.
Scrivo per esorcizzare, perché voglio che questi dieci giorni prima di natale siano felici nonostante tutto e tutti, perché ora che le malinconie sono uscite e appese voglio poterle rimettere nel ripostiglio per potermi concentrare sulla capacità di ignorare le persone che scelgono di non essere felici, perché mai vorrò essere tra queste, o sull'uscita del nuovo Star Wars o sulle cose che davvero contano come i regali che vorrei ricevere e quelli che devo ancora prendere o sulla danza della neve.

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