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Faccio gente, vedo cose, leggo libri #3

Mese proficuo per quel che riguarda le letture, sono riuscita a leggere ben quattro libri.


G.G. Marquèz, L'amore ai tempi del colera, mi ha fatto l'effetto che mi fanno tutti i libri di autori sudamericani, un viaggio tra il reale e il fantastico in una dimensione onirica. Marquèz ci racconta la vita di una famiglia che, come ogni famiglia, è a suo modo straordinaria, a volte succedono cose inspiegabili e a volte sembra tutto frutto di un disegno del destino. L'amore di cui si parla nel titolo è presente ovunque nella storia di Florentino che pur vivendone mille ne ha sempre inseguito uno solo: Fermina. In fin dei conti penso che questo sia proprio un libro che parli del destino e di come alla fine, nei giri della vita, che tu lo voglia o meno ti trovi comunque.

E. che Guevara, Latinoamericana, i diari della motocicletta: Questa è la storia di un viaggio attraverso l'America del sud di due studenti di medicina che vogliono indagare le condizioni sanitarie del proprio paese. Sembra quasi una storia goliardica delle imprese di due amici qualunque, se non fosse che quel viaggio qualcosa smosse all'interno del cuore di uno di loro, e così a volte tra le righe (nemmeno troppo) si intravede il presagio e la coscienza che Ernesto aveva di ciò che sarebbe stato: la vicinanza agli ultimi e l'ombra della rivoluzione. Un diario che è una denuncia e una dichiarazione di amore verso un paese e verso un popolo.

F. Geda, Nel mare ci sono i coccodrilli, parla del viaggio di un bambino di dieci anni a cui la mamma cerca di regalare la possibilità di un'altra vita fuori dall'Afghanistan. La storia di Enaiatollah Akbari è una storia vera narrata con una semplicità disarmante ma che parla di orrore e di una realtà attuale, è una storia che è un paradigma di quello che affrontano i migranti alla ricerca di una nuova vita. Fabio Geda ha scritto questo libro per i ragazzi, per dare la possibilità a un ragazzo di raccontare la sua storia ai suoi coetanei perché il rispetto e la comprensione nascono dall'educazione.

J. Steinbeck, Furore: Steinbeck si conferma uno dei miei autori preferiti. Il contesto storico è stato ricostruito come meglio non si poteva e fa sì che subito ci si riesca a immergere nella storia, i personaggi si fanno amare, Ma' rappresenta la coscienza collettiva della famiglia, è attraverso di lei che viene filtrata la storia e Tom che invece è quello che attraversa la crescita più radicale, che passa dal pensare a sé al pensare come comunità. I romanzi di Steinbeck possono essere analizzati sotto infinite lenti per l'enorme quantità di tematiche che sviluppano ed è per questo che restano così indimenticabili.

E per confermare la totale assenza della mia vita sociale posso qui elencare il numero delle serie tv che si sono concluse e che ho concluso recentemente.


Buffy iniziai a guardarlo alla medie e Buffy e Angel sono stati la prima coppia che ho shippato. È stata la prima serie che ha reso i vampiri popolari. In tutto questo Buffy era una vera badass e allo stesso tempo aveva i problemi di tutte le adolescenti. Buffy è un tuffo negli anni '90. E dopo non potevo esimermi dal vedere anche Angel. E nonostante siano due serie tv che parlano di eroi che ce la fanno da soli, che salvano il mondo io volevo solo che finisse così:




Pretty Little Liars è il mio guilty pleasure, ci sono queste ragazze che sono vittime di stalker e non è una cosa da ridere anche se il fatto che succedano mille cose paradossali lo rende un po' ridicolo e anche se dopo sei serie pensavamo di aver risolto ecco che la seconda metà di stagione ci rassicura, dicendoci che anche se tutto è cambiato, nulla è finito. Io continuo a guardarlo ma ridatemi Haleb.

How to get away with a murder è l'unica serie di Shonda che abbia visto, c'è questa professoressa che è un'avvocato dotatissima e priva di qualsiasi pregiudizio morale. E poi le cose si incasinano perché quella che da fuori sembra una leonessa in realtà è una donna piena di fragilità e Viola Davis sembra nata per questa parte. La seconda serie non perde mordente e se volete cominciare a seguirla, questo è il momento giusto.

Su The Walking Dead, non ci voglio spendere troppe parole perché ormai ha perso tutto il senso e le potenzialità che aveva. L'ultima puntata non basta ad assolvere gli autori che perdiana hanno già un fumetto da cui attingere.

American Crime Story è stata una bellissima sorpresa, l'ennesimo colpo di mano di Ryan Murphy, geniaccio. Tutta la serie ruota attorno al processo contro O.J. Simpson e a come i media l'abbiano trasformato in un grande show. Dieci puntate che fanno luce su molti aspetti dell'america contemporanea, su come molti personaggi siano diventate celebrità dal nulla, su quanto la questione razziale sia stata combattuta e sudata mentre quella di genere resta anciora da affrontare. Il cast è grandioso e sono dieci episodi che meritano tantissimo, lo consiglierei a chiunque.

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